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A.A.A. cercasi Blues a Pistoia.

   La sua storia e la strategica posizione geografica, hanno da sempre fatto di Pistoia un crocevia di cultura e la piazza del Duomo, con il gotico Battistero ed il palazzo Pretorio, ne è stata spesso il fulcro.
Il Pistoia Blues Festival nasce nel 1980 quando il Sig. Tafuro, insieme ad amici - musicisti e non - amanti del blues, organizzano la prima edizione, senza dubbio storica, nella quale si realizzò il primo vero blues festival italiano con ospiti quali Fats Domino, Alexis Korner, BB King e Muddy Waters. Un evento eccezionale! Una perfetta sinergia tra risorse umane, capacita manageriali e di pubbliche relazioni. Dal 1980, e per i primi dieci anni, la formula è stata la stessa e, nonostante le gravi problematiche economiche, la manifestazione è stata presente ogni anno. Da ricordare le edizioni del 1988, con l'unico passaggio pistoiese di John Lee Hooker, e quello del ’99, allestito in ben 5 serate. In seguito, per tutti gli anni novanta, sia la crisi economica che i gravi forfait dell’ultimo momento, hanno incoraggiato scelte artistiche sempre più commerciali, di richiamo, e sempre più “lontane” dal Blues. Da qualche anno a questa parte, la direzione artistica ha cambiato radicalmente la formula iniziale del festival inserendo tutti quei fenomeni musicali che hanno costituito, partendo dal blues, l’ampio panorama della musica contemporanea. Così, quelli che erano considerati generi musicali “ospiti” della manifestazione hanno dominato sempre di più il palco pistoiese. Se, da un lato, la nuova strategia ha rinvigorito l’aspetto puramente commerciale della manifestazione, dall’altro ha deluso sempre di più le aspettative degli amanti del blues.
Negli ultimi due anni, l’associazione Bluesin – promotrice del festival - ha avviato un progetto di nome “obbiettivo Bluesin” che consiste in una capillare selezione nazionale di band (mediante collaborazioni con noti locali e giurie in tutto il territorio) che aspirano ad esibirsi al Pistoia Blues. Viene anche offerto un prodotto discografico, ultimamente anche in formato DVD.
Il regolamento di iscrizione, disponibile sul sito ufficiale del PBF, recita al primo punto: “Partecipanti, le selezioni sono riservate a gruppi musicali di qualunque genere. L'iscrizione è gratuita.”
Per capire di più, abbiamo scritto alla direzione artistica del festival chiedendo chiarimenti in merito. Pubblichiamo, qui di seguito, la scambio di e-mail avvenuto sino ad oggi:

6-02-2004 13:2 , Zittano Amedeo ha scritto a staff@pistoiablues.com:
Oggetto: Obbiettivo BluesIn 2004 - iscrizione.
“Salve,
sono Amedeo Zittano componente delle Gocce di Blues (NA). Ho visitato il Vs. sito e letto il regolamento del Bluesin 2004...
A tal proposito, vorrei porre una domanda fondamentale alla ns. decisione di iscriverci o meno alle selezioni in oggetto, facendo riferimento al contenuto del punto 1 del regolamento da Voi pubblicato che recita: "Partecipanti: le selezioni sono riservate ai gruppi musicali di qualunque genere. L'iscrizione è gratuita...”
Premettendo che i ns. dubbi sono di natura squisitamente culturale e che nulla vogliono togliere al Vs. lodevole impegno artistico, io e gli altri due componenti del gruppo ci chiediamo come mai alle selezioni di quello che è il più anziano e prestigioso Festival Blues Italiano, vi è la possibilità di partecipazione anche per artisti che non "fanno" Blues...
Quali sono le motivazioni che Vi hanno spinto a specificare nel primo punto del regolamento un concetto così discordante nei confronti delle radici e nel nome stesso del Pistoia Blues?
Non credete che aprendo i palchi del Pistoia Blues Festival ad altri generi musicali, si perda un po il senso della manifestazione stessa? Non credete inoltre che, così facendo, si possa sgretolare nel tempo il significato culturale del Blues made in Italy per il quale molta gente ha lavorato duramente nei decenni scorsi al fine di dare una identità allo Spaghetti Blues e portare lo stesso PBF a livelli internazionali?
In attesa di un Vs. cordiale riscontro, porgiamo distinti saluti.
Deo Zittano.”

6-02-2004 16:53 staff@pistoiablues.com ha risposto ad Amedeo Zittano:
Oggetto: Obbiettivo BluesIn 2004 - iscrizione.
“ciao,
grazie per la vs mail;
in effetti é un tema che ci ha fatto e continua a farci discutere; l’apertura ad altri generi per Ob. Bluesin però é principalmente motivata dal fatto che la qualità non é legata ad un genere e, pur privilegiando nella selezione le band di blues, abbiamo ritenuto opportuno (proprio perché le selezioni avvengono in tutta Italia e dal vivo) di tenere una porta aperta anche a band di altro genere; questo per il fatto che talvolta si potrebbe rischiare (come é successo lo scorso anno) di promuovere una band magari scadente perché fa blues a scapito di una band di qualità che magari é più orientata al rock per esempio; comunque é una discussione ancora in corso; con obiettivo bluesin siamo solo alla seconda edizione vediamo come procede quest'anno e poi decideremo; grazie comunque per il consiglio; ciao”

7-02-2004 12:3 , Amedeo Zittano ha risposto a staff@pistoiablues.com:
Oggetto: Obbiettivo BluesIn 2004 - iscrizione.
“Salve,
a ns. modestissimo parere la "polemica che continua a farVi discutere", come ogni confronto "culturale", dovrebbe servire a comprendere la chiave di crescita di un qualsiasi progetto/percorso proprio come quell'estate del 1980 quando un pugno di ostinati del Blues, pionieri reduci della Beat Generation, concretizzarono il primo vero Blues Festival Italiano, completando così tutti gli aspetti del neonato Spaghetti Blues la cui identità comincia a formarsi con la prima produzione discografica nel '75, le prime riviste specializzate e così via...
Oggi, il fatto che il Pistoia Blues Festival sia ancora in piedi nonostante la crisi del primo decennio, significa che il pubblico e gli amanti del blues in genere hanno fortemente sostenuto la direzione artistica la quale ha un preciso e importante "dovere" nei loro confronti.
Con questo vogliamo significarVi che il confronto deve servire senza alcun dubbio a comprendere anche le nuove "esigenze stilistiche evolutive" ma nel contempo rispettare quelli che sono stati i parametri che il nome stesso del Festival tutt'oggi porta, cioè "Blues".
E' vero, come Lei scrive, che la qualità non è legata ad un genere, ma non possiamo fare a meno di chiederci: qual'è l'obbiettivo Bluesin? È forse cercare una qualità ideale a costo di allontanarsi dal Blues oppure creare un salutare stimolo per le nuove leve del Blues italiano al fine di alimentarne lo sviluppo?
Mischiando capre e cavoli (ne ricorda qualcosa il mitico Musselwithe quando facendo, suo malgrado, da opening act a Slash dei Guns, si prese un cofano di fischi affinché lasciasse il palco al grande rockettaro!!!) si genera una confusione di intenti e si “danneggiano” i veri bluesmen.
Se una band "scadente" è stata eletta in passato, può voler dire solo due cose: o è solo un Suo personale parere al di là delle parti (e la cosa non fa testo), oppure la giuria (sempre a Suo parere) si è dimostrata incompetente.
In entrambe le ipotesi è chiaro che "giudicare" generi diversi è cosa sbagliata nonché gravemente dannosa (un po' come dichiarare ufficialmente che il Blues è meglio del Jazz, piuttosto che della musica Celtica).
Io personalmente posso assicurarle (ma questo dovrebbe insegnarmelo) che non è la competitiva che alimenta la voglia di crescere, nel Blues questo non dovrebbe contare ed è Vostro (come di chiunque opera nel settore organizzativo) il dovere di educare (passatemi il termine), il popolo del Blues.
Infine, mi permetto di consigliarLe una possibile soluzione che potrebbe tagliare la testa al diavolo, e cioè quella di dividere i percorsi distinguendo quello legato al genere Blues, a cui il PBF "deve" praticamente tutto, fornendo, al contempo, l'opportunità di spazi alternativi che alimentino il confronto, l'espressione e la crescita.
Con Stima,
Deo Zittano”


Non avendo ottenuto alcuna risposta dall'ultima comunicazione avvenuta in data 7 febbraio, Amedeo Zittano ha sollecitato il PBF a partecipare alla discussione con e-mail del 20.5.2004 che pubblichiamo di seguito:

Salve, sono Deo dello S&B,
ho scritto un articolo tempo fa su www.spaghettiblues.it dove, a seguito di corrispondenza di mail tra me e voi (non so se eri tu), ho sollevato delle osservazioni che spero abbiate accolto (come io stesso specifico più volte nell'articolo) come "costruttive" (anche se non mi avete più risposto), elogiando il PBF e sollevando perplessità relative al BluesIn (aperto a tutti i generi).
Io credo che il BluesIn sia la nuova spina dorsale del PBF (e del Blues Italiano) in quanto, mentre il PBF è di rilievo internazionale con ospiti internazionali, il BluesIn propone una realtà nazionale e quindi più vicina al pubblico italiano... La cosa più importante è non creare confusione culturale tra il grande pubblico che si scosterebbe sempre più dal concetto di Blues, soprattutto se il BluesIn si pone come giuria e propone, ad esempio, un gruppo Pop in un contesto da sempre Blues...
Pienamente "comprensivo" nelle scelte "obbligate" commerciali del Festival in generale, non condivido invece le soluzioni del BluesIn che a mio modesto parere ha un potenziale così elevato da poter far pensare ad un rilancio del Blues made in Italy a livello Internazionale; ecco perchè credo nel preservare il Blues di Pistoia dagli altri generi... oltre al fatto che, da come ho carpito dalle decine di risposte su vari siti compreso il Vs., veri appassionati stanno prendendo le distanze dal PBF/BluesIn...
Da qui è nato un dibattito tra i lettori e, pubblicando sia i riscontri negativi che positivi nel massimo rispetto e lealtà di opinione, abbiamo raccolto un bel po' di materiale: è quindi ovvio che seguo attentamente tutti i dibattiti relativi al BluesIn...  A tal proposito e considerando le Vs. risposte, mi pare di capire che siete ben disposti a migliorare il progetto dal punto di vista organizzativo (vedi dibattito sulle giurie)... 
Mi chiedo se questa ennesima esperienza bluesistica (nata 25 anni fa) sia servita anche a migliorare l'aspetto legato ai generi musicali che possono partecipare alle selezioni ("tutti", come 1° punto del regolamento).
Concludo: non crede anche Lei che aprire una selezione blues a tutti i generi musicali alimenti ulteriormente i disguidi e le incomprensioni anche nei confronti delle giurie? cosa Vi proponete per il prossimo anno? avete pensato di dividere per esempio il BluesIn per generi?
Sempre a più completa disposizione per un confronto. Grazie.
Con Stima,
Deo.

26.5.2004 12:00, Federico, portavoce di Obiettivo Bluesin, ha così risposto ad Amedeo Zittano:
Salve Deo,
scusa il ritardo con cui rispondo alla tua e-mail, non é intenzionale; il tono delle tue osservazioni e le riflessioni che porti sono indubbiamente "costruttive". Seguendo la tua analisi sono concorde nel sottolineare il ruolo significativo che "potenzialmente" sta assumendo il progetto Obiettivo Bluesin; si pone come vettore di interazione fra il festival pistoiese, che ha assunto dimensioni internazionali, e le nuove realtà musicali nazionali. Può divenire effettivamente un ottimo strumento di scoperta e valorizzazione di quelle band "blues " (e non solo), made in Italy, meritevoli appunto di essere in qualche modo notate ed aiutate. Il progetto é tutto sommato giovane e pertanto può esser perfezionato e, dove necessario, corretto - le discussioni, i dibattiti e anche le critiche sono indice di vitalità, il segno di una maggiore sensibilità e interesse che una discreta cerchia di persone dedica a questa iniziativa - importante é non deflettere dal presupposto iniziale: riuscire a costruire nel tempo un circuito capillare e stabile di locali dove i numerosi talenti italiani si possano veramente esprimere e confrontare e che nel Festival Blues trova un occasione privilegiata di sintesi e proiezione verso un pubblico ampio e specializzato. Tale progetto dovrebbe offrire ai musicisti, oltre al palco pistoiese, una serie di opportunità distribuite durante tutto l'arco dell'anno.
Difficile e complesso da sintetizzare in una e-mail la ragione dell'apertura del progetto a generi musicali differenti (che del resto é il fulcro delle tue osservazioni), ti ricordo che la musica blues é per sua natura contaminata e contaminante. Come ben sai é la scaturigine di molti dei più "moderni" generi musicali, trovare un giusto e ragionevole equilibrio fra il blues e il rock o altre forme espressive, anche in sede di selezioni, non é un'operazione così strampalata, ha la sua coerenza filologica, e rispetta il linguaggio universale appunto del blues. Quest'ultimo naturalmente deve fare da filo conduttore e per questo, per il futuro, sono al vaglio varie soluzioni fra cui quella di dividere le selezioni per generi musicali e anche per obiettivi gemellandosi eventualmente con altre manifestazioni con vocazioni diverse (ad esempio "Neapolis Festival" che potrebbe fare destinazione per le band rock).
Cordialmente
Federico


Invitiamo i visitatori di S&B a scrivere le loro impressione/testimonianze all’indirizzo spaghettiblues@virgilio.
Ci impegniamo a pubblicare tutte le vostre mail man mano che ci perverranno.


Testimonianze:

Logico, chiaro ed a volte un po' amaro, che la regola di mercato guardi ai numeri e sempre meno al contenuto, ma d'altronde fosse rimasto tutto invariato ci saremmo conosciuti a Pistoia con molti di voi invece che a Caserta, Beinasco od in qualche altro crocicchio...Lo stesso Festival Blues di Caserta, nella serata in cui ho suonato è stato aperto da un giovane e meritevole gruppo, che però con il Blues centrava come i cavoli a merenda. Come la mettiamo? eppure ad organizzare il tutto è stato un vero fratello Blues che risponde al nome di Giò Vescovi. A volte per raggiungere un obbiettivo importante serve qualche piccolo compromesso... Il discorso Blues e non Blues credo duri da più di cento anni ormai, personalmente mi sento Blues anche quando suono le mie canzoni in italiano e se non sono nato sulle rive del Missisipi che faccio? mi sparo? no, suono il mio Blues, perchè è quello che sento dentro di me, in qualunque estetica lo si possa manifestare. L'apetto più interessante che trovo nella giusta ribellione di chi dice non ci sto, lo sto vedendo nella voglia di creare i punti alternativi all'argomento, i nuovi festival proliferano ormai un pò ovunque, e se anche a Pistoia ci sentiamo derubati, la cosa migliore che potremmo fare...è non andarci più, non chiedere più di partecipare, non andare alle selezioni, se vogliono il Blues devono essere loro a chiederlo in virtù del nome che hanno dato alla loro manifestazione, se vogliono chiamare John Primer o i Duran Duran deve essere una loro responsabilità, noi smettiamo di fare la... fila per suonare prima dei Gun's and Roses, e mettiamoci da parte, mi pare che per partecipare agli altri festival Blues non ci siano selezioni che durano un anno, in cui tutti, birraioli e no, cercano solo di guadagnare, e di quello che viene suonato non importa niente a nessuno, che se lo tengano un festival così, con i rave per giunta.
Quello che mi sento di dire nel pieno spirito di uno spaghettaro incallito, è che dopo aver detto come la pensiamo, vedi il caso di Deo e altri, è arrivato il momento di "proporre"; dopo aver organizzato il CRB ed il Festival Blues-Jazz a Torino ricevo valanghe (si fa per dire) di richieste di gruppi che vogliono partecipare, ma nessuno che muove un dito o chiede un aiuto per organizzare altrove, perchè??? non è una questione di soldi o di spazi enormi, invece di fare un'unica grande cosa sforziamoci di farne tante e piccole, ma che dimostrino in modo indiscutibile la nostra presenza e volontà, insieme si può fare molto, anche quando si tratta di ..Blues.
E come direbbe Mario Insenga, alla faccia di chi ci vuole male.
Luigi Tempera - musicista 25.6.2004

Sabato 8 maggio, con alcuni amici ho assistito, presso l’associazione ARCI di Salerno ‘Mumblerumble‘, alla finale della selezione Obiettivo BluesIn 2004 regione Campania.
I tre gruppi presenti alla selezione erano: Deltablues band (blues ) di Salerno; Ammuina (rock) di Nocera; Akata innewa (blues) di Napoli.
Al termine delle esibizioni, è stata proclamata vincitrice la band di Salerno, gruppo bravo ma, da quanto appreso, molto vicino alla gestione del Mumblerumble: un elemento del gruppo insegna alla scuola di musica. Ma non è questo il punto!
Quello che ci ha lasciato molto perplessi è stata l’organizzazione di tutta la serata: il Mumblerumble sarà anche una validissima associazione culturale, ma sicuramente non adeguata e non adatta ad ospitare eventi del genere: la sala dove si suonava era alquanto buia, non aveva né sedie né tavoli, e poi la giuria? chi erano costoro? e chi era, e dove era, il responsabile di Pistoia Blues citato nel vostro regolamento? Almeno avrebbe dovuto presentarsi sul palco; invece il tutto è stato affidato ad un personaggio di salernocity.com che ha presentato brevemente i gruppi e che alla fine ha comunicato il nome della band vincitrice: STOP! Il tutto senza un misero commento che spiegasse le motivazioni della premiazione di un gruppo anziché di un altro.
Insomma, un comportamento poco corretto e poco rispettoso per le altre due band che hanno suonato.
Un dubbio ci assale: la giuria, il responsabile del Pistoia Blues, l’organizzazione tutta, si sono dimostrati incompetenti? (e ciò danneggia e scredita in modo notevole queste iniziative) oppure era già tutto prestabilito? A questo punto qualsiasi scelta abbia fatto la giuria, non è determinante. La questione è antecedente alla selezione: cioè Obiettivo Bluesin aveva già stabilito prima!?!?!?!
Obiettivo Bluesin dovrebbe essere un’occasione di incontro, uno strumento di conoscenza, di dialogo e di confronto tra musicisti della stessa Regione che avvertono la necessità di presentare il proprio progetto musicale ad un pubblico più vasto e fuori dai circuiti locali.
Un appassionato di Blues profondamente deluso.
Angelo Agrippa  - musicista  10 maggio 2004   (e-mail indirizzata a staff@pistoiablues.com)


Caro Angelo,
il progetto "Obiettivo Bluesin" é quest'anno alla sua 2° edizione,si tratta dunque di un progetto relativamente giovane e certamente alcuni aspetti tecnici e organizzativi possono essere migliorati, perfezionati. Ti ricordo che lo scorso anno, per quanto riguarda il sud Italia, avevamo un solo locale dove svolgere le selezioni,quest'anno siamo passati da un locale a quattro, quindi in questo senso un progresso è stato fatto. Peraltro le critiche, i suggerimenti quando sono cotruttivi e fondati sono sempre utili e gli ascoltiamo volentieri,mentre le accuse gratuite e pretestuose sono oltreché spiacevoli, inaccettabili. il dubbio che ti delude e col quale pretendi di accusarci mi sembra a dir poco infondato. La giuria, che non va confusa con il presentatore e di norma non illustra al termine della serata le motivazioni delle proprie scelte, era ben presente, costituita da esperti del settore e giornalisti, ma soprattutto rigorosa e sopra le parti. La loro scelta, compatta e unanime, è caduta sui Delta Blues Band, un gruppo che tu stesso definisci "bravo". Caro Angelo allora ti invito ad una riflessione: ( e magari per il futuro a ponderare meglio i tuoi dubbi e perplessità prima di formulare delle accuse) ritieni che essendo un elemento dei DeltaBlues Band anche insegnante nella scuola di musica dell'Associazione la band doveva essere discriminata sebbene meritevole della vittoria? Secondo noi NO!
Risposta del referente di Obiettivo Bluesin alla e-mail di Angelo Agrippa

Abbiamo partecipato alle selezioni del Bluesin nel 2003, più per una forma di gioco che per altro, e devo dire che siamo arrivati in finale, chiaramente non ti nascondo che ci ha fatto molto piacere. Nella serata finale ci siamo esibiti con la Rubber Band, un bel trio di blues acustico, e con un'altra band i Lostiguana, una band forse pop o leggermente rock ma!!! difficile distinguere il genere. Non entro nella questione dell'esecuzione, mi interessa poco, posso solo dire che durante il concerto dei Lostiguana abbiamo notato un certo dileguarsi del pubblico, forse era troppo tardi o forse c'era poco blues, sta di fatto inoltre che i due "critici " che dovevano valutare si sono dileguati anche loro senza dare ne a noi ne alla Rubber Band il giudizio che ci dovevano sulla valutazione delle band. Tutto questo mi fatto un po' incazzare, soprattutto per una forma di rispetto nei confronti di chi ha suonato. Premetto che quando ricevetti la telefonata del Bluesin che ci confermava la possibilità di partecipare alle selezioni, io dissi al tipo (non ricordo il nome) che avremmo voluto una cosa pulita. Dopo aver chiesto chiarimenti il Bluesin non ha più risposto. La cosa la dice lunga. Inoltre poco dopo abbiamo saputo che la band in questione era la band di Tolo Marton.Tutto il rispetto a Tolo Marton, ma perchè doveva vincere il suo gruppo, o ex gruppo?
Non penso che queste cose cambino, so solo che di festival di San Remo ce ne basta uno ma continuando così Pistoia farà la stessa fine. Dimenticavo di dire che non ci hanno pagato neanche le spese di viaggio.
Joe Caruso - musicista  7.4.2004

Salve a tutti, sinceramente non mi sorprende affatto la risposta degli organizzatori del Pistoia Blues, del resto se lo fanno per la line up dei personaggi più importanti del Blues, figuriamoci per le band emergenti. In ogni caso, se vogliamo ancora considerare il Pistoia Blues un festival, inteso nel senso più tradizionale del termine, allora è giusto essere delusi e comunque cercare di fare di tutto per riportare la cosa così com'era prima, se invece, non lo consideriamo più un Blues festival, ed Io sono per quest'ultima ipotesi, allora benissimo, ognuno segue la propria strada, giusta o sbagliata che sia, del resto ci sono tante altre realtà un po' in tutta Italia (dove ci sono organizzatori che vivono e soffrono per il Blues !!!!!), dove ci si può ritrovare ed ascoltare del buon, sano Blues.
Ricordiamoci che la logica del mercato non risparmia niente e nessuno. Beh Spaghetti & Blues è nato anche per ovviare a situazioni del genere, oh no !!!!!
Paolo Valente - musicista ed organizzatore Torano blues festival  26.2.2004

Beh inizio a narrare... lo scorso anno dopo varie perplessità abbiamo deciso di partecipare ad "Obiettivo Bluesin" abbiamo spedito il materiale e siamo stati successivamente contattati dall'organizzazione per fissare una data in cui fare le selezioni. Appuntamento al locale STORYVILLE di Arezzo il giorno 28 Marzo. Ci presentiamo perfettamente in orario e ancora non è arrivato nessuno... finalmente arriva Paolo, il proprietari, ex proprietario del Velvet Underground, che probabilmente dopo la cessione del vecchio locale deve essere stato contagiato dal morbo del Pistoia Blues perchè dopo anni di concerti di grande livello come "Ford Blues Band", "Paolo Bonfanti", "Fred James", "Rudy Rotta", "Andy Just", "Andy J. Forrest" e molti altri... ha deciso di darsi SOLO alle COVER BAND. Beh comunque riusciamo a montare tutto dopo varie problematiche... visto che i comodoni degli altri gruppi avevano visto bene di non portare molto materiale (fra cui anche ampli per chitarre e per basso...). Ce ne andiamo a cena, rigorosamente a NOSTRE spese... e torniamo per l'inizio della serata.
Affluenza di pubblico 15 persone contate! Ma la cosa che più stupisce è che NON C'E' traccia della giuria!!!!! Suoniamo...siamo tre gruppi... il primo non solo NON è blues, ma nemmeno Rock Blues, ma nemmeno... insomma... quello che di più sperimentale c'è in giro! Tra l'altro dopo ormai 15 anni in giro per locali a suonare e sentire concerti credo di aver affinato un pò l'orecchio e posso assicurarvi che i ragazzi per quanto impegno ci abbiano messo erano veramente giovani e avrebbero avuto bisogno di molte e molte prove prima di presentarsi ad una selezione...  Successivamente suoniamo noi e poi un terzo gruppo che almeno proponeva un repertorio blues.
La serata si conclude mestamente sempre agli occhi delle 15 persone presenti che dimostrano abbastanza evidentemente di aver apprezzato la nostra musica visto che vengono da noi a complimentarsi a chiedere autografi e ad acquistare dei CD. Della giuria sempre NESSUNA TRACCIA. Chiedo a Paolo (proprietario del locale) quando avremmo saputo il risultato e CHI avrebbe deciso l'esito della serata... lui mi dice... che sul CHI non potevo esserne a conoscenza e che l'esito della serata era già stato deciso ma che ce
l'avrebbero fatto sapere il giorno dopo gli organizzatori. Un pò perplesso smonto il mio materiale, carichiamo le cose in auto e ce ne
torniamo a casa. Il giorno dopo contatto il responsabile di OBIETTIVO BLUES INN e chiedo notizie... lui mi dice che ancora non sapeva nulla.... passa una settimana... poi due.. e ancora niente... quando "finalmente" il responsabile dell'organizzazione mi comunica che a vincere sono stati i giovani sperimentatori di musica del primo gruppo. A quel punto chiedo spiegazioni sul COME è stata presa la decisione e sulla possibilità di visionare le SCHEDE DEI VOTI della FANTOMATICA GIURIA INVISIBILE. Dopo giorni, per farvela breve, la risposta è stata che non posso avere spiegazioni e che è inutile che me la prenda a male se qualcuno suona meglio di me perhè a loro avviso la mia "richiesta" era giustificata solo dal fatto che c'ero rimasto male... Beh questo è quanto... sono disponibile a fornirvi qualsiasi altra spiegazione vogliate chiedermi per fare in modo che altri non ricevano lo stesso trattamento. Giusto per chiudere in bellezza vi do un'altra chicca... il giorno successivo al concerto mi accorgo che dalla mia strumentazione è sparito il mio "Sharkee Pedal" del modico valore di 190euro, mentre al proprietario del locale sembra essere sparito un microfono. Questo giusto per concludere in bellezza...
Beh..forse ho fatto bene a smettere di andare a vedere il Pistoia Blues Festival. Lode a chi nel suo piccolo ci regala ancora festival che hanno veramente a che fare con il blues...un plauso a queste persone che spesso finiscono per cacciare fuori i soldi di tasca per regalarci un bel concerto... Meno complimenti invece vanno a coloro che dietro alla parola BLUES organizzano dei concerti che con il blues hanno POCO a che vedere e che per mettere in tasca qualche soldo in più scomodano nomi che di blues hanno ben poco e che preferiremmo andare a sentire in altri luoghi! Tengo a precisare che questa riflessione viene da una persona che ha una visione molto ampia del blues e che quando dice "QUESTO NON E' BLUES" lo dice perchè siamo VERAMENTE MOOOOLTO FUORI DAI CANONI!
Lou Leonardi    musicista  1.3.2004

Quando abbiamo ricevuto da Amedeo Zittano il messaggio di posta elettronica con la domanda : lo sapete che al Blues In di Pistoia Blues possono iscriversi bands di qualsiasi genere musicale? abbiamo pensato che Amedeo fosse in preda ad uno stato confusionale.
Successivamente abbiamo visitato il sito internet del bluesin,di Pistoia e dopo aver letto ripetute volte il regolamento perchè non credevamo ai nostri occhi,ci siamo guardati in faccia e il batterista ha esclamato: scusate ragazzi,ma se possono iscriversi anche quelli che non suonano blues,per quale motivo lo hanno chiamato blues in ?
Personalmente penso che nell'organizzazione di Pistoia blues c'è qualche cosa che non stà funzionando bene già da tempo.
Inoltre non posso fare a meno di pensare a come si sentano traditi,i gruppi storici blues italiani che sicuramente hanno contribuito con la loro presenza al festival a renderlo sino a ieri un evento storico,dico ieri perchè ritengo che dopo questo episodio non lo sia più .
In ultimo ho il timore che questo blues in aperto a tutti i generi musicali,sia una delle solite trovate pubblicitarie che portano agli "organizzatori " tanta pubblicità e perchè nò tanti EURI.
Profondamente deluso,molto amareggiato,e con le palle che mi girano,auguro agli organizzatori del Pistoia un buon anno e anche qualche vaff.in stereofonia,come si dice da le mie parti.
Renato Petrelli   musicista  2.3.2004

Ciao ragazzi, suono blues da molto tempo ed ho anche partecipato alla prima edizione di Obiettivo Blues In.  La penso come voi sulla partecipazione di band rock ad un festival blues importante come il Pistoia. In Italia ci sono diverse manifestazioni rock che promuovono nuove band che non vogliono blues band perché, appunto, promuovono il rock. Se il Pistoia vuole continuare a promuovere il blues allora è meglio che non spreca energie nel cercare band che suonano il rock, c'è chi organizza per  loro.  Infine, se mi permettete, volevo aggiungere che non se ne può più di  vedere sempre i soliti bluesmen italiani suonare nelle manifestazioni. Basta.....!!!  Bisogna dare spazio alle nuove realtà.
Luciano Monterosso   musicista  2.3.2004

C'è stata un po' di maretta intorno a definizioni Blues , Non Blues , il Festival va fatto così o va fatto cosà ed io , adesso , posso parlare più liberamente perché prima ero in palese ''conflitto di interesse . Spero che il mio pensiero verrà pubblicato . Conoscendo Michele e Deo sono sicuro che ciò avverrà e senza censure.
Ho partecipato alle selezioni per il Pistoia Blues Festival . Mi sono presentato ' just for fun ' e veramente con l'intenzione di raccogliere del materiale per il libro che sto scrivendo e per confrontarmi e conoscere persone che suonano bene. Mi sono presentato volutamente in duo acustico ( chitarra & armonica ) . Questa premessa è dovuta . Come è giusto chiarire che per me Voodoo Chile è un Blues , tanto per intenderci sui colori che ho in testa parlando di musica del diavolo. Condivisibile o no questo è il mio pensiero. Il locale ( Blue Inn Caffè di Bologna ) ci ha fornito un service 'ottimo ' e di qualità. I tre gruppi che si sono esibiti hanno avuto tutti parità di trattamento e grande cortesia e professionalità. Era la prima volta che partecipavo al concorso e la mia impressione è stata più che buona . Il locale , dopo il sound check , ci ha preparato una tavolta dove tutti abbiamo cenato insieme. Fra i gruppi si è subito creato un bel atteggiamento. Si parlava di musica , cinema , ma anche di donne e di vino. Non c'è stato un clima di tensione o di competitività. Questo forse è anche merito dei gruppi e delle persone ma è giusto segnalarlo. Le proposte in 'cartellone' sono state varie . Si è passati dal mio 'duo ' acustico il FIESTA & Co. che ha proposto quello che doveva proporre , alle citazioni di classici Blues dei RABBER BAND che sono dei signori di Padova simpaticissimi e bravissimi , alla fusion dei parmensi MANEKI NEKO che scrivono ottima musica che ottimamente suonano. E' stata proprio una bella serata , molta qualità e grande feeling . Soprattutto fra i musicisti. Magari è pure ''andata di culo '' e le umanità in gioco erano sane , io questo non lo so dire . Però un po' le serate siamo noi musicisti a colorarle e non è sempre colpa degli altri. Per quanto riguarda la 'Musica ' , invece , il discorso diventa soggettivo. A me piace il Pisolini , mi piace io soggetto per cui Vi scrivo libero e butto nel cesso i miei pregiudizi . Per lo meno ci provo. A me viene da pensare che senza i Cream ed Hendrix , per fare giusto due nomi , certe cose della musica nera ( Robert Johnson ? ) oggi sarebbero circoscritte ad un ''si dice ''. Si puo' discutere sul ''purista '' o '' non purista '' ma una cosa è certa al riguardo della contaminazione . Se non è ''sincera '' è intuibile e quindi non fa più paura e si perde da sola. Mi ripeto , non entro nel merito di nomi e persone che non conosco ma una cosa è certa : in Italia Paolo Conte , ed oggi anche Gianmaria Testa , è stato utile alla diffusione di certo tipo di 'gièz ' come Roberto Ciotti ( No More Blue ? ) ad un certo tipo di 'blùs ' , Vinicio Capossela per i 'suoni gitani' e via discorrendo. Le riletture , quando si appropriano del pezzo e ( e qui è piu' difficile ) del suo colore hanno un valore e danno valore. Ai tempi il signor Bob Dylan se ne è sentite dire di tutti i colori quando ha cominciato a suonare elettrico perché certa gente di ambiente folk '' non accettava ''. Hendrix suonava quelle cose e non se lo fumava nessuno fino a quando l'uomo della porta accanto non ha detto '' ..ti porto a Londra '' . Si puo' dire la stessa cosa dei Beatles che all'inizio ''bissavano '' il buon vecchio Chuck Berry o di Elvis che ha ripreso cose nere , per non parlare di J.L.Lewis , ma di ''storie '' così è piena la storia della musica e dell'arte tutta . Chi lo va a dire a Keith Richards che ''lui '' non sente il blues nelle vene ? Onestamente chi glielo va a dire ? Van Gogh , Beethoven , Martin Luther King , Charlie Parker o Muddy Waters ,Papa Giovanni XXIII , Gesu Cristo.. quante sigarette si sono fumati prima che passasse il loro 'modo' ? Quando cerchi di cambiare le regole del gioco non è tutto immediato. L'importante è da dove parti , poi dove arrivi è un dettaglio .La ''genialità '' è spesso figlia di un ''errore '' . Questo è il valore della contaminazione , il resto è Juke Box. Forse il ''Blues '' puo' ancora essere un trampolino di lancio e qualcuno il MISSILE. Io non sono un Blues Man , non mi sento un Blues Man . Io alla fine sto solo scrivendo un libro sulla musica nera . Ogni tanto suono nei locali con la mia chitarra acustica ma questa è un'altra storia e questo ''articolo '' è volutamente preso di lato. Ogni tanto scrivo per i ragazzi dello Spaghetti Pensiero perché noto che Deo e Michele hanno un bellissimo 'germe ' , ed io lo voglio coltivare perché è sano. Free-Lance di pensiero liquido. Le tre proposte di martedì al Pistoia erano tutte di 'qualità ' perché in tutte e tre c'era un 'credo'. Qualsiasi scelta abbia fatto la giuria non è determinante . il punto sta nel 'prima '. BluesInn ha permesso un 'prima ' . Questo è il punto . Il Pistoia Blues Festival è chiaramente il Festival del Blues e questo deve rimanere . In questo ho identità di vedute con Lou . Ma non va negato a priori la ricerca di un ''errore interessante ''. Il Blues puo' avere una nuova giovinezza . Ve lo dice un NonBluesMan . Credetemi . Ma cercate di buttarli giù i muri . I muri non servono a niente perché le idee sono più forti e poi .. questi benedetti ''Blues '' a me sembra che siano nati proprio dalla sofferenza data dai muri che erano imposti da chi sapeva ''cosa è giusto e cosa sbagliato '' ed io ne ho piene le corde ( tutte e sei ) di queste menate . E' solo che oggi forse il Blues ha proprio bisogno , proprio oggi , di ritornare a parlare alla gente perché la gente forse ha proprio bisogno di questo. E queste ''righe '' ve le scrivo anche se ho saputo che la selezione ha premiato i carissimi 'vecchietti ' della RABBER BAND che personalmente stimo e che colgo l'occasione di salutare perché hanno fatto un'esibizione che a me è piaciuta tantissimo. Chiudo con una 'domanda ' alla quale vorrei che si pensasse seriamente : ma se un qualsiasi Blues Man 'Puro, Nostrano & Santissimo ' si fosse trovato ad aprire un concerto di Curt Cobain al Pistoia Blues Festival ..avrebbe rifiutato perché indignato ? Non è che per magia sarebbero venuti fuori dei collegamenti fra la maledizione di quel signore di Seattle con quella di Robert Johnson ? Perché l'ambiente del 'Blues' in Italia non si mette a pensare un po' più in ''grande '' ? Forse che ''When Love comes to town '' ( BB King / U2 ) non sia anche quello un furbo ma sempre originalissimo ''errore '' ? Chiedetevi onestamente sta cosa ed onestamente rispondete a Voi stessi . Ma per davvero però , non per onore di musa bellissima ed ispiratrice. Io mi auguro di avere anche 'Lou' come ospite di un capitolo di quello che vado a scrivere . Perché il suo amore per la Musica del Diavolo è sincero e questa cosa si vede. Ma a 'Lou ' , come a tanti amanti del genere ricordo che il Diavolo era pur sempre un Angelo. E forse addirittura il più bello . Questi sono i Figli di Caino , ragazzi . A buon intenditor poche parole. Spero di aver seminato un ''germe '' utile , a tutti. Il resto è un'altra storia , come sempre . Perché la Vita le sue risposte un po' alla volta le da.
Lo Spaghetti Blues sta diventando un veicolo molto interessante perché è fatto di persone ' vive ' a prescindere dai propri e giusti ''credo ''. Mica male l'idea di unire le forze per uno stesso fine. Lunga vita ai maledetti , a tutti perdenti ed alla loro Musica.
" Il Fiesta"  musicista  11.3.2004

Intervengo in quello che è divenuto un vero e proprio forum di discussione, straripando verso una sorta d’autoanalisi della musica blues in Italia. Condivido parte delle opinioni espresse nei precedenti interventi che hanno mostrato una maggioranza di scettico-critici e una minoranza di possibilisti-pratici.
Anch’io suono il blues, da oltre 10 anni. Ho percorso il sentiero di carboni ardenti che molti hanno attraversato, partendo da Robert Johnson e Charlie Patton per arrivare ad Otis Taylor e John Mooney attraverso le migliaia d’uomini e donne infetti dal morbo che tanto ci piace. Come tale, vivo una contraddizione in termini che mi porta a fare alcune considerazioni banali, ma oggettive.
Innanzi tutto non sono un “nero”. Non sono stato uno schiavo in un campo di cotone o un operaio nelle industrie di Chicago degli anni ’30 e ’40. Non ho vissuto alcuna epica storia di emancipazione razziale e sociale. Sono europeo, bianco, cresciuto a colpi di cultura greco-romana. Un uomo occidentale come tanti che, paradossalmente, si trova a vivere dall’altra parte del fossato, destinatario di privilegi a danno di altri che, fino ad ieri, non né conoscevano neanche l’esistenza.
La consapevolezza di questa contraddizione mi fa amare ancor più visceralmente il blues. Una musica che ti aiuta a spolverare le antenne e percepire quanto ci si può allontanare dall’esistenza ossuta. Il blues ti sbatte in faccia quanto si può essere apparenti, tronfi, pieni di se e fino a che punto perdere le facoltà di annusare gli odori, gustare i sapori e ascoltare i suoni della vita.
Da qui a considerarsi un bluesman passa una lunga strada. Non è dato sapere quanti chilometri né possa percorrere un italiano. Si può cercare di trasmettere le sensazioni utilizzando quel linguaggio primitivo, scheletrico, a volte violento, ma quanto ci si può avvicinare a quella magia atavica, così lontana nel tempo e nello spazio?
Alla fine potremo, forse, rivendicare il blues come percorso terapeutico per recuperare l’Eden perduto, consentendoci di tornare alla vita normale come uomini e donne migliori.
Non potendo prescindere da queste percezioni, mi collego al discorso più generale. Probabilmente si può suonare il blues ed esserne lontani anni luce. Come si può essere blues anche senza suonare le dodici battute. Alcuni personaggi, apparentemente lontani dal blues ortodosso, mi sembrano più impossessati dal demonio di tanti musicisti provvisti di fender, cappello e gilet. Goran Bregovic, il già citato Paolo Conte, Gabriella Ferri, Diamanda Galas, Tom Waits… sono nomi che non appartengono alla schiera dei “mammasantissima”, eppure trasudano emozioni dannatamente blues!
Allora siano pure spalancate le porte ad altri generi musicali, purché gli artisti scelti interpretino la loro musica in maniera realmente sulfurea, nel pieno rispetto dello stile dei luoghi che li tengono a battesimo. Dubito che gli organizzatori di Obiettivo Bluesin e del Pistoia Blues Festival siano animati da questi intenti. Mi sembra più che plausibile l’ipotesi che abbiano finito per cedere - loro malgrado - alla logica del mercato, quasi certamente per salvare l’esistenza stessa del Festival. Si può biasimarli per questo? Ci toccherà acquistare 3/4 d’immondizia per avere 1/4 di emozioni? E’ probabile, ma si può anche cambiare direzione! Si può cambiare Festival e trovare un luogo maggiormente consolatorio per le anime perse nel blues. Basta essere disposti a seguire fino in fondo strade impervie, alla ricerca di nuovi crocicchi!
Massimo Pieri   musicista  29.3.2004


 


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